“Pensa all’economia di mercato come ad un giuoco di mettere e
prendere. Ciascun partecipante prende beni e servizi dal mercato, e
ognuno mette beni e servizi. La moneta, in realtà, è solo un modo
di tenere i conti. Quando tu prendi qualcosa dal mercato
(comprando), offri denaro in pagamento. Quando metti qualcosa
dentro il mercato (vendendo), ricevi del denaro come pagamento.
Stando così le cose, coloro che mettono più valore dentro
l’economia (vendendo) ricevono, nel tempo, più denaro.
Il denaro, quindi, è un sistema contabile.”
Thomas Greco
Ciascuno di noi può mettere e prendere nella comunità ciò che
produce, che sia un bene reale o un servizio. Con il baratto dei beni
lo scambio si concludeva contestualmente, perché ognuno riceveva
un bene reale. Ma, essendo ben noti i limiti del baratto, si è dovuto
ricorrere all’intermediazione di un sistema contabile che permette di
tenere aperto lo scambio e concluderlo in un momento successivo.
Io immetto nel mercato una bottiglia di vino (vendendo), e prendo
in cambio, invece di un bene reale, un documento contabile che
dice: Paolo ha ceduto una merce alla comunità senza aver preso
niente in cambio. Vanta un credito che può riscuotere tra una
settimana, un mese o un anno, alla presentazione di tale attestato
del credito.
Il baratto si può considerare concluso quando tutti
avranno in mano dei beni reali, non un biglietto di carta.
Questa è la reale funzione della moneta. È un documento di
intermediazione contabile, il riconoscimento di un debito/credito,
che permette di spostare nel tempo la conclusione dello scambio.
Già nel 1914 due economisti, naturalmente eretici, Hugo Bilgram e Louis Levy, ci ricordavano che:
"Se non ci fosse denaro, qualsiasi sistema di accredito ai venditori e addebito ai compratori potrebbe svolgere completamente il lavoro svolto dal denaro."
Continua domani ...
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