MONDART
IMMAGINARIO E REALTA'
"Cos'è quella che comunemente chiamiamo
Realtà"?
Cos'è la nostra realtà personale se non il tentativo
che ognuno di noi compie di realizzare il proprio
Immaginario, nel miglior grado compatibile con le
esigenze esterne?
E cos'è la realtà oggettiva se non la traduzione
pratica dell'Immaginario Collettivo di un popolo,
di un gruppo, di una cultura ? ... Ora, vi prego di
notare quanto etimologicamente "Immaginario"
derivi da "Immagine": immagine che, come
vedremo, è proprio il "mattone" di ogni pensiero e
linguaggio proverbiale, è il linguaggio più arcaico
e comune, è il primo linguaggio per antonomasia
nonché costituente fondamentale del nostro
pensiero più profondo.
Prendendo spunto dal celeberrimo libro di Erich
Fromm: "Il Linguaggio Dimenticato", trattante del
sogno e dei suoi profondi significati psicologici,
inizieremo il nostro viaggio inteso a comprendere le
complesse funzionalità dell'Immagine, della
Pubblicità, della Propaganda e delle sue
dinamiche, e di quanto potenti siano a costituire il
nostro sentire, ad orientare l'opinione pubblica e il
comportamento delle masse fornendo loro modelli
di pensiero preconfezionati ad arte, e formando
quell'"Immaginario Collettivo" che andrà a
tradursi automaticamente in "Realtà".
Una realtà che saremo noi stessi a costruire e
concretizzare, senza quasi bisogno di ulteriore
intervento esterno, proprio come un virus entrato
in un computer tenderà da solo a prenderne
l'intero controllo.
Insomma, noi "pensiamo" sostanzialmente per
"condensazione di più significati in immagini
semplici", i cosiddetti "luoghi comuni", e
l'immagine è la prima cellula di ogni pensiero
complesso e superiore. "Leggendo" un'immagine vi
troviamo tutte quelle dinamiche associative che
nella lingua parlata vengono definite "figure
retoriche", col vantaggio che essa non necessita di
parole proprio in quanto si rivolge al nostro sentire
primitivo e profondo, non alla nostra ragione ... e
lo fa in modo assolutamente più universale, veloce
ed efficace. E in barba a qualsiasi filtro logico
superiore, generando sia la bellezza di tutto quel
che chiamiamo "Arte", ma anche i potenziali
pericoli insiti in un eventuale uso "non etico" di tali
potenti dinamiche. E proprio manipolando il nostro
immaginario attraverso figure retoriche e luoghi
comuni un potere iniquo sarà in grado di orientare
i nostri comportamenti a suo esclusivo vantaggio.
Entriamo così nello specifico del linguaggio
pubblicitario, tecnica della persuasione "occulta"
proprio perchè indirizzata ad un livello meno
cosciente della nostra mente. Tecnica tutto
sommato innocua quando cerca di farci preferire
un prodotto commerciale ad un altro ... ma
pericolosissima se esula da tale contesto, andando
ad inserirsi più direttamente sulla "determinazione
e vendita" di idee, di opinioni, di concetti che
andranno a modificare il nostro immaginario, e
conseguentemente tenderanno a tradursi in Realtà !
Capire e penetrare dunque le dinamiche
dell'immaginario non solo ci permette di entrare in
costruttivo contatto con il nostro più profondo
modo di sentire, con i nostri Archetipi e con l'Arte,
ma costituirà anche la nostra più potente difesa
nei confronti della "Propaganda", e di tutti i
linguaggi mediatici che si servono di dinamiche
analoghe per farci adottare e tradurre in pratica
idee ed atteggiamenti anche molto distanti dalle
nostre convinzioni personali.
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