Come essere umano hai diritto solamente all'azione, mai al frutto delle azioni. Non ti considerare l'artefice dei frutti delle tue attività, e non permettere a te stesso alcun attaccamento all'inazione.
O Dhanajaya (Arjuna), restando immerso nello yoga, compi ogni azione completamente distaccato (dai suoi frutti), indifferente al successo e al fallimento. Questa equanimità è chiamata yoga.
L'azione comune (compiuta con desiderio) è di gran lunga inferiore a quella guidata dalla saggezza; perciò, o Dhanajaya (Arjuna), cerca rifugio nella saggezza che indica sempre la via da seguire. Sventurati sono coloro che agiscono unicamente per i frutti delle azioni.
Chi è tutt'uno con la saggezza cosmica va oltre gli effetti sia della virtù sia del vizio, anche qui, in questa vita. Votati quindi allo yoga, l'unione divina. Lo yoga è l'arte della giusta azione.
Coloro che hanno imparato a dominare la mente si immergono nella saggezza infinita e non hanno più interesse per alcun delle azioni. Liberi dalla catena delle rinascite, raggiungono lo stato che è al di là del dolore.
Quando la tua intelligenza penetrerà oltre il buio dell'illusione, allora raggiungerai l'imperturbabilità verso ciò che è già stato rivelato o che è ancora da apprendere.
Quando la tua intelligenza, disorientata dalla molteplicità delle verità rivelate, si ancorerà saldamente all'estasi della beatitudine dell'anima, allora raggiungerai l'unione finale (yoga).
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